Cari amici ed ascoltatori....vorrei innescare una polemica su un ragionamento fatto alcune sere fa tra amici, ovviamente polemica nel senso buono,ovvero stimolare riflessioni in voi per poi condividerle, in quanto l'argomento è scottante ....le donne che seguono il jazz per mia esperienza, certamente limitata, sono decisamente più che in passato, ma è conosciuto ai più che le donne non lo amino.....ma perchè? Devo capire...
. Il jazz è una musica improvvisata il che spesso genera inquietudine e il jazz stesso è, a suo modo, una delle musiche dell'inquietudine dell'uomo contemporaneo.
L'inquietudine genera incertezza e instabilità e mi sembra che le donne siano portate, forse più dell'uomo, alla stabilità, anche per ragioni biologiche. Le donne hanno un orecchio più sottile di quello degli uomini e il suono dei piatti della batteria si colloca su frequenze che forse per questo risultano più fastidiose all'orecchio femminile. Ho notato che le donne, almeno fra quelle che conosco dotate di un o sviluppato orecchio musicale, apprezzano di più l'aspetto soft della musica, con una maggior equilibrio formale e una capacità più espressiva di altri generi. Il jazz, indubbiamente, è più difficile da memorizzare di altre musiche e si può cantare poco.... almeno in genere.
Queste possono essere alcune delle spiegazioni del tutto soggettive....rimango in attesa di pareri e commenti esplicativi che mi illumino.
Un buon esempio di inquietudine umana sicuramente fu Chet Baker, era un grande jazzista ma allo stesso tempo un tossicomane oltre che un autentico pazzo, amava torturare i musicisti con cui suonava nelle session costringendoli ad indovinare dalle poche note emesse dalla sua tromba il pezzo che intendeva suonare. Possiamo ascoltarcelo in questo disco del 1959 (grande annata....) registrato a Milano per la jazzland
Un gran bell'album, sebbene sia un album "minore" del grande Chet riesce a rendere, a mio parere, l'idea del male di vivere........QUI ....zero
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