Prendendo a modello le armonie dei gruppi vocali più famosi negli anni trenta e quaranta quali le Boswell sisters, inventrici del canto melodico in accompagnamento, i Mills Brothers e gli Ink Spots ad esempio per citarealcuni nomi, i giovani afro-americani che si radunavano agli angoli delle strade delle grandi città davano vita, per lo più senza strumenti musicali, a melodie di grande semplicità, ma al tempo stesso grande raffinatezza.
I testi erano romantici e spesso sdolcinati, parlavano di amori reali o immaginari, eterni o già finiti, di baci appassionati, di sogni e di lune piene, il tutto accompagnato da voci onomatopeiche che dovevano sostituire, imitandolo, il suono degli strumenti musicali.Era l'america degli anni 50', ancora caratterizzata da un contesto sociale che non prevedeva nè ammetteva alcun tipo di integrazione raziale; eppure il doo wop diventò una "moda musicale" che si trascinò fino agli anni 60'.
Lo spirito di quei tempi venne celebrato in film come "American Graffiti" e "Grease".
Grazie all'onda di popolarità americana, il Doo wop giunse anche in Italia all'inizio degli anni sessanta. I migliori autori ed interpreti si diedero da fare per dare alla musica italiana una direzione simile a quella oltre oceano. Vista la difficoltà iniziale nel creare brani inediti in stile, si iniziò con le cover: le canzoni straniere venivano rivisitate in lingua italiana. Tra i maggiori interpreti spiccavano Adriano Celentano, Little Tony, Bobby Solo tra le voci maschili e Betty Curtis, Mina e Jenny Luna, tra le voci femminili.Nelnuovo millennio esistono ancora gruppi che rappresentano tuttora il doo wop nelle sue caratteristiche originali, cantando cioè "a cappella".
Per averne un'idea ecco qua un po' di doo-wop.... enjoy QUI ...zero
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