Cari amici ed ascoltatori.... Dopo appena un anno dalle deflagrazioni kraut rock, che si fanno free jazz e scarnificano il soul ridandogli nuova linfa, di Exit!, torna l'orchestra delle meraviglie di Mats Gustaffson, Johan Berthling e Andreas Werliin,con questo Enter!
Già dalla copertina -un occhio spalancato- si intravede, quasi come una premonizione, ciò che stiamo per accingerci ad ascoltare: un'analisi spietata, chirurgica, imparziale, oggettiva, da Kinoglaz, sul vernacolo jazz, carnalità soul, tribalismi, impennate free-form, vocalese, il tutto condensato, rimestato e sputato fuori in maniera quasi matematica; oppure il terzo occhio, la parte esoterica del se', dell'ancestrale, del pagano che si lacera le carni per ricongiungersi al divino, quasi come un battesimo del fuoco, in attesa dell'oracolo?
Tutte e due le cose o il loro contrario, se preferite; sì, perché mai come ora il concetto di musica globale, di sintesi tra colto e non colto, tra carnale e spirituale in questa mirabolante orchestra di folli visionari trova il suo approdo, declinando il verbo jazz come solo i grandi maestri sanno fare, risvegliandolo dal torpore, restituendogli quella caratteristica primigenia, che gli era appartenuta da sempre: il popolare, il folklorico, il bandistico, ricollocandolo in una prospettiva trasversale, multiculturale, di linguaggi, all'apparenza distanti, che si fondono e coesistono in maniera miracolosa.
Ecco a voi allora una suite, che risponde al nome di Enter, suddivisa in quattro movimenti, ovvero otto, forse sedici (il tentativo di dissezionare la materia musicale a volte è esercizio didascalico, farraginoso, talvolta fallace, ma tant'è) micro schegge impazzite di soul, noise, free-form e jazz in un andamento ferino, felpato del basso, tastiere e batteria, degno della migliore tradizione jazz pregna d'Africa, dalle parti di Max Roach ed Abbey Lincoln ed i loro We Insist! e Straight Ahead, congiunti da innesti noise-free-form in odore di Pere Ubu o Red Kraiola che fungono da ponte tra la seconda e la terza parte, ovvero di nuovo Abbey Lincoln, che sfocia in una coda deflagrante à la Peter Brotzmann. E questo è solo il primo movimento della suite.......a voi l'ascolto dei due album per una comparativa....enjoy..zero
E N T E R !
E X I T !
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