Cari amici ed ascoltatori.....
agli sgoccioli degli anni '50 il titolare di un locale di Chicago suggerisce ad un giovane bassista di nome Jack McDuff, che allora suonava in un trio con Max Roach, di darsi all'organo: così il nostro si avvia sulla strada che lo ha portato ad essere riconosciuto come uno dei maggiori hammondisti di sempre. Questo è quanto narra la leggenda. Certo quanto corrisponda a verità non è dato di sapere, ma di sicuro il nostro era già sin dagli esordi un fervido estimatore del grande Jimmy Smith. Nel corso degli anni '60, McDuff ha inciso dischi memorabili di un jazz-funk raffinato ma allo stesso tempo fruibile, come "Down Home Style" e questo splendido "Moon Rappin" nel 1969 per la mitica Blue Note, lavori al contempo lontani mille miglia sia da certo snobismo core-jazz che dalle frivolezze dell'easy-listening, ma pur rivolti a catturare l'ascoltatore sin dal primo ascolto grazie all'originalità degli arrangiamenti ed al groove irresistibile.....HERE....zero
agli sgoccioli degli anni '50 il titolare di un locale di Chicago suggerisce ad un giovane bassista di nome Jack McDuff, che allora suonava in un trio con Max Roach, di darsi all'organo: così il nostro si avvia sulla strada che lo ha portato ad essere riconosciuto come uno dei maggiori hammondisti di sempre. Questo è quanto narra la leggenda. Certo quanto corrisponda a verità non è dato di sapere, ma di sicuro il nostro era già sin dagli esordi un fervido estimatore del grande Jimmy Smith. Nel corso degli anni '60, McDuff ha inciso dischi memorabili di un jazz-funk raffinato ma allo stesso tempo fruibile, come "Down Home Style" e questo splendido "Moon Rappin" nel 1969 per la mitica Blue Note, lavori al contempo lontani mille miglia sia da certo snobismo core-jazz che dalle frivolezze dell'easy-listening, ma pur rivolti a catturare l'ascoltatore sin dal primo ascolto grazie all'originalità degli arrangiamenti ed al groove irresistibile.....HERE....zero
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