venerdì 24 ottobre 2008

last Nicola C

Avete presente quei bei tavolini dentro preziosi salotti dove sopra campeggiano stupende riviste di fotografia o architettura? Riviste perfette da sfogliare, finissima carta, ottime immagini e disegni, ma soprattutto danno un senso di ricercatezza del bello da parte del padrone di casa.Certo, non sono trattati di fotografia o saggi di architettura, solo riviste patinate, ossia i coffe table books.
Il nuovo album di Nicola Conte rientra nella stessa sfera dei suddetti oggetti, dove al posto della carta ci sono le note, finissime anch’esse, perfette per ogni situazione, che sia una mostra o una cena con i colleghi di lavoro; la coffe table music di Conte ricerca la giusta scorciatoia tra il jazz moderno e il pop, all’incirca la stessa strada percorsa da Mario Biondi, che più coffe table music di quella ci sono solo i Gotham Project. "Rituals" però tende un po’ più allo swing, si respira più jazz: c’è qualche richiamo alle notti in Tunisia di Gillespie (‘The Nubian Queens’, ‘Macedonia’), alle big band di Mingus, vaghi accenni del cool di Lenny Tristano, ballate in puro stile Tin Pan Alley (‘Awakenings’), l’amore per ritmi brasiliani
del dopo Stan Getz (‘Paper Clouds’), il drum’n’jazz (‘Black Is The Graceful Veil’) e molto soul, soprattutto nei brani cantati come "Karma Flowers" o "Like Leaves In The Wind" la cui melodia sembra rubata a un giovane Stevie Wonder.
Nicola Conte però prima di essere un producer è un chitarrista e si è voluto circondare di giovani leoni come gli High Five, o i favolosi Deidda Brothers (qui solo Sandro al sax e Dario al contrabbasso), che rendono "Rituals" impeccabile dal punto di vista esecutivo.La costante del disco si trova nel ritmo, sempre presente e ben scandito con i batteristi Tucci e Makynen a lavorare di rimshot e tom per mantenere alto il groove dando così appigli ben saldi anche a chi di jazz ne mastica poco; nel mondo però Nicola Conte è conosciuto prima come producer poi come chitarrista, il ritmo quindi è il suo passpartout per suonare di paese in paese portando alta la bandiera italiana del jazz, ormai diventata, assieme alla musica leggera, la principale merce di esportazione.....HERE .......enjoy.....zero

3 commenti:

Rochacrimson ha detto...

Maravilloso!
Grazie Zero!

Anonimo ha detto...

...purtroppo è stato bloccato

Anonimo ha detto...

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