martedì 17 marzo 2015

Nu jazz

Cari amici e occasionali ascoltatori......parlando di grandi sistemi, possiamo affermare senza paura di cadere in errore che il jazz sia stato, assieme all’elettronica, una delle innovazioni musicali preminenti dello scorso secolo capace di contaminare qualsiasi genere musicalepassato e probabilmente futuro. A corollario di questa affermazione possiamo aggiungere che il mix dei due succitati filoni ha dato vita ad un prodotto imprevisto ed entusiasmante, ben rappresentato dal disco del Sig. Ludovic Navarre, in arte St. Germain. Quella che io considero la migliore etichetta di jazz, la Blue Note, si prese la briga, nel 2000, di dare alle stampe un pilastro di pregevole fattura musicale, in grado di influenzare negli anni a venire frotte di musicisti e fissando nel tempo e nello spazio ciò che viene definito, a ragione, nu jazz, da altri impropriamente chiamato acid jazz. 4/4, brush a perdifiato, inserti di sax e pianoforte, contaminazioni electro e tanto sentimento, senza dimenticare un certo mood patinato, giusto per rivendicare il fatto che questa è musica d’alto bordo, destinata a club d’élite dalla clientela raffinata e altolocata.....QUI ..zero

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