domenica 20 marzo 2011

...da tenere il fiato

Cari amici ed ascoltatori....
difficile spiegare la nascita di un gruppo come "A Short Apnea", avanti nella concezione prima ancora che nei suoni a gruppi di paesi tradizionalmente più evoluti, se non si consultasse il curriculum dei protagonisti, dediti alla sperimentazione come ad altri generi musicali sin dagli ormai lontani anni 80' perennemente alla ricerca di una musica in cui non esistano barriere fra progressive, post rock, free jazz, avanguardia e quant'altro, "A Short Apnea" sono indispensabile punto di riferimento per quanti attendono da anni di potersi specchiare in una realtà musicale tanto avanti quanto profondamente italiana.

Dear friends and listeners....
Hard to explain the birth of a band like A Short Apnea so ahead in the conception before that in the sounds to band borned in countries traditionally more evoluted. if the past experience of the protagonists, experienced to experimentation like to other musical kinds since early '80s. always in search of a music in which barriers between progressive, post rock, free jazz, avantgard and other do not exist, A Short Apnea are a point of reference for who attends from years to find in a band ahead as well as deeply italian.

ATTENZIONE! disco ostico e di non facile ascolto solo per fanatici...(F.F.!!!)
ADVISE! This album is not asy to ear only for lovers...
H E R E
Cercare di dare un senso scritto alle produzioni della Wallace richiede sempre uno sforzo gigantesco perche prima bisogna entrare in sintonia con i propri stati d'animo raggiungendo un stato di volonta' superiore, cercando di accordarli con il rumore strumentale a cui questa etichetta ci ha ormai abituato da
tempo.

Gli A Short Apnea sono molto piu' che un semplice neurone impazzito distaccatosi dagli Afterhours, si muovono con un'anima che stride con qualsiasi forma canzone, distorcendo i tentativi della melodia di insinuarsi tra le pieghe dei suoni.

Copertina nera, titolo macabro e foto interne raggelanti (i tre musicisti sono ritatti come nella foto del rinvenimento di Aldo Moro): sin dall'inizio un disco decisamente funereo. Dovrebbero essere tre tracks, ma in realta' si tratta di tre tempi o momenti, ognuno dei quali e' diviso in "frammenti emotivi" che formano una scenografia schizzofrenica e ansimante. Eppure questi tre momenti sono tra le cose piu' vitali ed innovative che mi siano capitate fra le mani da tempo...e pescando nella retrologia anni 70 c'è quela follia creativa di un gruppo come gli Area...ma mescolato con un rumorismo industrial ed altri mille eterogenei elementi sonori .

E' un rumore a volte caldo e avvolgente come quello di una qualsiasi megalopoli futuribile, quasi fosse un icona in omaggio alla memoria di Fritz Lang e del suo, a me caro "Metropolis, fatto di scaglie di oblio e carezze soffici, animate da apparente delirio esplosivo ma in realta' strutturate, innestate con precisione non c'e' tempo per compiacersi di una sensazione che subito si e' turbati da strane presenze snore che aleggiano come spettri di un B-movie horror.
E' recitazione sonora, gli strumenti che diventano i personaggi, caratterizzando figure diverse e complesse, intrecciando rapporti e litigi, muovendosi in maniera talvolta isterica talvolta sinuosa.
La voce imprigionata dalle note, che si lamenta tra deliri e sospiri, senza mai riuscire a diventare determinante.
Sperimentazione pura!!, votata a una liberta' compositiva che accarezza il freejazz, senza evitare qualche sfumatura post-rock... la morte della banalita', la fine della clonazione sonora... forse sono anni avanti, forse sono solo dei ciarlatani, resta il fatto che questa musica e' tutta loro!Non serve a nulla dire se mi piace, gli A Short Apnea dovete averli dentro per capirli, altrimenti Illu ogod ellat rhagedia (Ustrainhustri) e' spazzatura o come si dice dalle mie parti rumenta.....zero

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